La
Mozzarella di bufala è da sempre uno degli alimenti più amati e invidiati del
nostro Paese, ma come capire se e quanto fidarsi, e come
riconoscere le Bufale dalle bufale? A Cheese,
attraverso il Laboratorio del Latte Bufala
e bufale, Slow Food cerca di rispondere a
questa domanda.
Nel
corso del dibattito il pubblico ha potuto conoscere dettagli molto poco noti
della filiera campana Dop per esempio le assurdità burocratiche di un prodotto
il cui nome è tutelato a livello europeo nel suo marchio italiano ma non nelle
sue traduzioni (tanto per capire, è possibile produrre tranquillamente mozzarella
cheese oltrefrontiera), ma anche gli oltre
200 controlli annuali a cui è sottoposto ogni singolo caseificio.
A
pagare il prezzo di questa anomalia tutta italiana infatti non sono solo
allevatori e casari, impotenti di fronte alla crisi e all’andamento del
mercato, ma anche una grande distribuzione che non ha la competenza e
possibilità necessarie per informare adeguatamente la clientela e rendere più
facile l’identificazione del prodotto Dop. Il marchio è infatti l’unica arma
che il consumatore ha contro le contraffazioni, e una delle soluzioni arriva
proprio da Slow Food Campania, che
intende promuovere l’iniziativa delle etichette
narranti per aiutare a capire
meglio chi sono e come lavorano i casari e gli allevatori onesti. Un’iniziativa
che darebbe voce a tanti buoni esempi, aiutando a controbilanciare l’enorme
spazio mediatico abitualmente riservato agli scandali e alle emergenze che
rappresentano una esigua minoranza.
Fonte: slowfood.it
Maggiori
informazioni:
0823/765.088
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